LA LOCANDINA

LA LOCANDINA

SEI IL VISITATORE N.

IL LABORATORIO ADOLESCENTI DI S. MARINI E M. PALAI

L'EMOZIONANTE DIVERSITA'
L’idea del laboratorio è nata per coinvolgere i figli dei partecipanti e i giovani del luogo attraverso la sperimentazione della pedana sensoriale: DEDO e riflettere sulla diversità.
Il laboratorio è stato condotto dalla sottoscritta, Sabrina Marini, e da Mara Palai con il coinvolgimento dei Consulenti Tirocinanti dell’Umbria.
L’obiettivo che ci siamo prefissati è stato quello di permettere ai diversi partecipanti di provare la pedana per auto-ascoltarsi.
Il gruppo comprendeva alcuni adolescenti di età compresa fra i 12 e i 18 anni, fra cui un ragazzo autistico, e i colleghi tirocinanti umbri, ed è stata quindi un’esperienza inclusiva e intergenerazionale.
Il lavoro è così proceduto: dopo un’iniziale e breve presentazione sul tema del laboratorio, i partecipanti hanno fatto un esercizio di rilassamento guidato, poi a coppie di due per circa 5/6 minuti si sono sdraiati, scalzi, sulla pedana per sentire le vibrazioni e vedere i video dei suoni corrispondenti  alle onde del mare calmo, del mare agitato, il suono della pioggia, del fuoco,  parte di un brano di musica di orchestra,  di un trio di archi, una parte della canzone di Laura Pausini “Quando l’amicizia”, della canzone di Nek “Fatti avanti amore” e, infine, in piedi, il suono di una musica hip hop.
 In particolare per i ragazzi più giovani è stato inserito anche lo spezzone di un film di supereroi in azione.
Il risultato è stato a dir poco sbalorditivo. L’osservazione del corpo, dei volti ci ha aiutato a notare i minimi movimenti. Da parte di chi osservava era chiara l’attivazione dei neuroni specchio che permettevano di sorridere quando compariva un sorriso, di commuoversi di fronte alle lacrime dell’altro, di osservare il movimento del diaframma e della respirazione affannata, veloce, calma, la rigidità o flessibilità degli arti, le tensioni.
Al momento della restituzione i ragazzi e i tirocinanti hanno convenuto tutti su come il corpo, nella vita di tutti i giorni, non è ascoltato. Abbiamo potuto confermare come diceva Rogers, in particolare a scuola, per gli adolescenti e nella quotidianità per i tirocinanti, che tutti o perlomeno quasi tutti, sono nella testa “dal collo in su”. Invece, la pedana ha permesso di mettere al centro proprio lui: il corpo, grazie alle diverse vibrazioni create dai suoni. E’ stato il protagonista dell’ascolto e auto-ascolto attivo, ma non un corpo stordito dalla musica alta delle discoteche, dove il piacere del suono viene annebbiato e la mente stordita, ma un corpo in grado di essere cassa di risonanza, perché accolto, ascoltato e non giudicato, autoconsapevole.
La sensazione di tutti è stata quella di sperimentare una speciale porta di accesso alla ricchezza e al tesoro del proprio mondo interiore fatto di diversità di vissuti, di sensazioni, di emozioni, di pensieri, di ricordi, dove le resistenze e le chiusure sono state sgretolate dalle diverse gradazioni delle vibrazioni.
Non a caso vibrare in latino ha il significato di: agitare, scuotere, ma anche essere pieni di energia, scintillare. Ed è quello a cui abbiamo assistito, i ragazzi intervenuti e i tirocinanti sono stati in grado di saper scandagliare e definire la varietà del proprio vissuto fatto di emozioni come la paura, la tristezza, la gioia, la vergogna; pensieri e ricordi personali; sensazioni di leggerezza, di tensione, di dolore...
Al momento della restituzione le esperienze verbalizzate dai giovani ci hanno sorpreso, prima per la loro capacità di autolettura chiara, semplice, immediata e autentica; poi per la bravura ad individuare le risorse e i punti deboli.
Ciò che emerso è stata la diversità dei propri vissuti in base ai diversi stimoli, ma l’universalità nel viverli, in particolare la sensazione di sentirsi un tutt’uno, uniti, sentire di essere con i suoni e le vibrazioni parte di un tutto, sentirsi come un’orchestra, dove c’è sintonia, accordo, piacere, calma, BEN-ESSERE, energia e attivazione, godere il piacere del qui ed ora, del posso e del voglio, del coraggio, della potenza e della forza.
Pertanto, la varietà delle narrazioni hanno reso il pomeriggio intenso e arricchente per tutti.
Abbiamo anche potuto constatare come a volte alcuni hanno la tendenza a precludersi la possibilità, il permesso di ascoltare il proprio corpo,  che non viene considerato ma giudicato “muto”, o peggio impossibilitato e incapace a raccontare. 
E allora un grande grazie  a Susy e Alfredo Digino Puccetti che con grande pazienza e attenzione ci hanno permesso di condividere la pedana sensoriale DEDO, frutto della loro resilienza, attraverso la quale, siamo riusciti ad attivare l’ascolto del corpo e fare in modo di comunicare senza inibizioni, ma con leggerezza l’Emozionante Diversità.
                                                                                                          Sabrina Marini
Consulente Familiare di Assisi