Francesco
Falaschi è stato l’ospite d’onore delle Giornate di
Trevi: ha presentato il suo ultimo film la sera di sabato, in una serata
speciale di proiezione riservata ai partecipanti e ha tenuto la relazione di
domenica, introduttiva ai lavori sulla Diversità.
56 anni, regista e sceneggiatore
cinematografico grossetano, laureato in storia del cinema a Firenze e docente
scuola superiore, ha collaborato con diverse riviste specializzate tra cui
'Segnocinema'.
Premio David di Donatello 1999 per lo
struggente corto “Quasi fratelli”, sceneggiatore e fondatore della Scuola di
cinema di Grosseto con cui ha realizzato numerosi cortometraggi e web
serie come “aiutanti di mestiere” sulla
figura dell’assistente sociale.
Dopo il successo di “Emma sono io”
(2003), “Last minute Marocco” (2007) e “Questo mondo è per te” (2011), Falaschi
è tornato nelle sale cinematografiche ad aprile di quest’anno, con “Quanto basta”, un film armonioso e
delicato sulla sindrome di Asperger e sulla normalità, spesso solo apparente,
che allontana da sé la diversità. Salvo poi incontrala, la diversità,
scontrarcisi, conoscerla, apprezzarla fino a farne un motivo di cambiamento. È
quanto accade ad Arturo, lo chef protagonista della storia (alle prese con i lavori
socialmente utili, a seguito di una condanna per aggressione), quando incontra
Guido, nel centro per ragazzi autistici in cui sconta la sua pena lavorando
come cuoco.
Il regista grossetano con il film “Quanto
Basta”( tra i 21 i film italiani che concorre alla selezione del candidato
italiano all’Oscar per il miglior film in lingua straniera) affronta con
delicatezza il tema del reinserimento sociale, della diversità, dell’assenza di
legami affettivi, specialmente delle malattie mentali.In questa sua opera invece, mette in risalto un tema molto delicato del quale ancora oggi se ne parla poco o niente a livello mediatico, l’autismo e in particolare la sindrome di Asperger. Argomento di stringente attualità con innesco a cascata di profonde riflessioni sia sulle immagini, incaricate ormai di trascendere il visivo per diventare portatrici di “odori e sapori”, sia sulla tematica della diversità per far vedere al pubblico le difficoltà che un ragazzo affetto da questa sindrome riscontra nella società odierna, il tutto delineato e letto in chiave positiva, direi resiliente. Come sempre il regista ha saputo raccontare la storia con una semplicità che lo contraddistingue ed è riuscito a far riflettere sull’importanza dei valori, dell’accoglienza fatta di piccoli gesti e sul fatto che apprezzare la diversità della vita è importante per chiunque.
Dopo la proiezione del film ‘Quanto basta’, un lungo applauso degli spettatori ha ringraziato il regista per la sua bravura e per la maestria con cui ha trattato un argomento così delicato.